Giglio informazioni
L'isola è la seconda isola dell’Arcipelago Toscano per estensione (21,2 km2) e siamo in Provincia di Grosseto.
Ci sono regolari traghetti che collegano Porto Santo Stefano a Giglio Porto con circa 1 ora di navigazione. In alta stagione l’accesso delle autovetture può essere regolamentato e per la verità, l'isola è piccola e ben servita dai bus quindi si può anche pensare di non portare l'auto.
Storia
Già abitata all’Età della Pietra, fu base militare di rilevante importanza prima per gli etruschi e poi per i romani, grazie alla sua posizione strategica nel Mar Tirreno.
Nel Medioevo l’isola passò agli Aldobrandeschi, poi al Comune di Perugia e successivamente a Pisa. Dopo il 1400 passò ai Medici. Nel 1544 il pirata Barbarossa la saccheggiò e deportò tutti gli abitanti, al punto che i Medici dovettero ripopolarla con abitanti delle terre senesi. Le incursioni barbaresche continuarono fino al 1799, anno in cui un grosso contingente di predoni tunisini sbarcò al Campese senza trovare resistenza. Ma nella loro salita al Castello, avvenne un prodigio: i gigliesi portarono in processione una reliquia di San Mamiliano – l’ulna del braccio destro – e d’improvviso si levò un vento talmente forte che i predoni dovettero tornare precipitosamente alle loro navi che rischiavano di andare perdute.
Ambiente e Natura
L’isola è granitica e le sue coste – 27 km – sono per lo più rocciose. Oltre alla spiaggia del Campese, vi si trovano poche calette sabbiose sul versante orientale: Arenella, Cannelle e Caldane.
Originariamente coperta da macchia mediterranea di lecci e sughere, con lo sviluppo di agricoltura e allevamenti ed a causa di incendi, attualmente questo habitat è presente solo lungo la costa sud-occidentale. Negli anni ’50 fu fatto un parziale rimboschimento con dei pini e un po’ ovunque sono stati realizzati dei terrazzamenti per la coltivazione di vitigni per la produzione dell’ottimo vino bianco Ansonica. In tutto questo è endemica la “Gagea granatellii”, una liliacea.
Per quanto riguarda la fauna, si conta una larga presenza di conigli selvatici (tanto che ne è derivato anche un piatto tipico) e di rapaci, oltre a uccelli marini come gabbiani, marangoni e cormorani. La fauna ittica – in un mare di acqua cristallina – è quella tipica tirrenica.
I centri
Sono tre: Giglio Porto, Giglio Castello e Campese e sono collegati da strade asfaltate in buono stato.
Cosa fare
Tutte le attività riferite al mare: dalla navigazione a vela, a motore o con canoe e simili, alla normale balneazione, allo snorkeling e, con indiscussa soddisfazione, alla subacquea per tutti i livelli di esperienza e per tutte le attività collegate, prima fra tutte la foto/videosub.
Trekking, mountain-bike ed escursionismo in genere. Si può arrivare ovunque: sull’isola ci sono tre torri costiere in punti altamente panoramici (a Giglio Porto, al Campese e al Lazzaretto) e tutta l’area di Giglio Castello è interessantissima per le sue origini medievali tanto che è inserita nella lista dei borghi più belli d’Italia.
Curiosità
Il 10 agosto a Giglio Porto si svolge il Palio Marinaro e il 15 settembre a Giglio Castello viene celebrata la Festa del Patrono San Mamiliano con la tradizionale processione e il Palio degli Asini.
Per quanto riguarda la gastronomia, da assaggiare: il panficato (dolce con fichi e frutta), la palamita alla gigliese, il pesce in scaveccio, le olive sotto pesto e il coniglio alla cacciatora. Permetteteci di darvi un consiglio: prima di ripartire, concedetevi il lusso di degustare un calice di Perseo & Medusa, il vino più caro sul mercato, prodotto col 90% di uva autoctona gigliese.
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